Monday, 31 March 2014

Feste del Liceo

Erano i primi anni ottanta. Andavamo a tutte le feste del Liceo e la maggior parte delle volte entravamo da "imbucati" e uscivamo da amiconi del festeggiato e dei suoi invitati.
A quelle feste e nei locali tradivamo spesso e volentieri i nostri cult musicali degli anni settanta. Alessandro ad esempio veniva dalle solide tradizioni di Genesis e Bob Marley, ma alle feste si lasciava trascinare dalle novità più divertenti e commerciali del momento tipo Cindy Lauper e i Culture Club: guardate infatti come era vestito quella sera... non sembra Boy George? Anche Andrea C. aveva il mito dei Ramones, ma fuori ballava i Duran Duran come un paninaro, mentre Euge volava come Pindaro dal Rock di Woodstock al Funk della Kool & The Gang. Naturalmente, anche negli anni ottanta c'era tanta roba buona e un buongustaio come Matz non se le lasciava scappare: dai Dire Straits agli U2 (scusate se è poco...) entrambi amatissimi anche da Suillo.
Insomma, al di là dei generi musicali, ci divertivamo come scatenati. Alessandro era bello felice e si dimostrava cintura nera di socialità: gli bastavano 2 ore ed era diventato amico di tutti.
Di questa festa in particolare non mi ricordo una mazza. Ma la foto che ho rimediato grazie a Locci (che ho costretto ad uno scavo archeologico nei suoi scatoloni) mi sembra bellissima e ne posto qui sotto un'altra della stessa sera.

Ci sono anche Locci a sinistra, Calarco a destra e sotto credo ci sia il festeggiato, ma non so più chi era (ci eravamo imbucati pure lì?). Noto solo che Suillo, ovviamente, sembra fosse già diventato amicone del festeggiato, dato che lo afferra per la capoccia come un polpo.
Chi se ne ricorda più di me, posti i suoi commenti!

Friday, 28 March 2014

Alcune cose Suillesche

Prendo spunto da questa foto di Alessandro colto in un atteggiamento molto "suillesco". Chi lo conosceva bene sa infatti che morsicarti il cranio fino a farti male era una sua grande dimostrazione di affetto e spensierata allegria.
Premesso che Suillo era buono come un pezzo di pane e non ha mai fatto veramente male a nessuno, queste cose assurdamente e gratuitamente dolorose gli piacevano un casino e io me ne ricordo a mazzi: ad esempio il famosissimo "morso del ciuccio" una vera specialità che a sua volta aveva imparato dal padre (il mitico Sor Giulio) che quando ti stava seduto accanto, per esempio guardando la TV, ti afferrava l'interno della coscia vicino al ginocchio e stringeva con una forza sovrumana simulando appunto il morso di un somaro. Se la cosa riusciva bene, il verso del somaro lo faceva la vittima che prima ragliava a squarciagola dal dolore e poi si lamentava del livido per qualche giorno.
La cosa, apparentemente crudele e gratuita, faceva ridere inspiegabilmente tantissimo, anche la vittima.
Un altra specialità suillesca era "dito di ferro": la sfida consisteva nell' "agganciare" ciascuno con il dito medio quello dell'altro, stringere il pugno e poi girare il polso cercando di rompere il dito dell'altro resistendo al dolore del proprio. Se avessero fatto diventare questo gioco specialità olimpica, Suillo avrebbe collezionato più medaglie di Carl Lewis.
Non parliamo poi di cosa era invece capace di fare con la sua zucca di marmo... Da piccoli, mi pare alle medie, rompeva con una sola capocciata pile di cinque piastrelle dei pavimenti. Questo numero glie l'ho visto fare varie volte e ho portato anche alcuni scettici ad ammirare il fenomeno!
Questa capoccia durissima lo fece anche diventare fortissimo di testa quando giocavamo a pallone: si, di testa secondo me era il più forte in assoluto.
Più tardi tentò invece di diffondere un'altra specialità: "famo a capocciate?". Praticamente ci si prendeva a testate come gli stambecchi, finchè uno non si arrendeva o lo portavano al pronto soccorso. Anche in questo, secondo me, Suillo avrebbe sdraiato Tyson, ma sfortunatamente (si fa per dire!) questa sofisticata disciplina ebbe meno successo, perchè la sua capoccia era ormai famosa in tutto il quartiere e non si trovavano nè degni rivali nè sparring partners.
Un altro numero che ricordo che il Suillo faceva con grande soddisfazione sua e grande impressione di chiunque lo vedeva era quello di aprire i tappi a corona con i denti. Si appoggiava la testa della bottiglia vicino a un molare, stringeva e zac! sputava il tappo con disinvoltura mentre ai presenti veniva la pelle d'oca. Vi ricordate Bluto di Animal House che si schiacciava le lattine di birra sulla fronte per far sorridere gli amici? Beh, a confronto era un dilettante.

Il Quarto Raduno del Gruppo Friends (Giugno 2013)


Delle volte il valore delle foto non dipende dalla qualita', ma dal contenuto. Questo qui e' un'esempio: e' la mia ultima foto con Suillo. C'e' la fece un signore, con mano incerta, da Danilo (Il Cavaliere), un Ristorante che Alessandro amava moltissimo, a Orbetello, Giugno 2013. Eravamo reduci dal IV Raduno del Gruppo Friends, e miracolosamente Uncio era riuscito a contattare Alessandro. Questo era l'ultimo pranzo prima di partire. Non esagerammo: tonnarelli con le vongole per tutti, escluso Matz che prese la frittura. Dicevo appunto che Uncio era riuscito nell'arduo compito di trovare Isullo, e neanche poteva immaginare quanto fu importante la sua perseveranza. Ma insomma, eccolo li', ce l'avevamo fatta: Suillo era con noi. C'era anche Marco, ma era dovuto ripartire la mattina.

Il Venerdi pomeriggio Ale arriva alla stazione di Orbetello. La sera di Venerdi' si stava avviando a duventare la serata clou, e non ce ne voglia Giano, che arrivo' il sabato. Oramai, in un lungo weekend la serata clou e' una sola, il resto del tempo viene dedicato a riprendersi dalla serata clou.

Il menu' era ben congeniato: impepata di cozze, spaghetti alla bottarga, e poi mi pare due pesciozzi alla griglia, tipo una spigola e un orata. Vino (ma Suillo bevve solo acqua) e poi dopocena e' tempo di assaggiare il mio acquisto aereportuale: boccia du Rum invecchiato 9 anni. Chiaramente con CocaCola: insomma, il mitico Cuba Libre.

E cosi', la serata divenne il clou del weekend: musica a palla, tanto Rithm&Blues, Uncio scatenato, e poi il clou del clou: tutti ad abbracciare e baciare Suillo. Era tornato! E poi, il sottoclou: Carlo che dichiara:"E' la serata piu' bella della mia vita" prima di addormentarsi su una sedia in giardino. Tutto questo, mentre Marco faceva addormentare Vilgot, addormentandosi pure lui.

Questo non e' un post allegro, non puo' esserlo. Pero' quel weekend con Alessandro, l'ultimo, siamo stati bene. Il sabato sulla Feniglia c'era un clima eccezionale, cielo limpido, temperatura ottimale, una vera goduria. Marco porto' Vilgot al mare, per la prima volta.
Sabato sera e' poi arrivato Gianluca, ma noi eravamo cotti. E  la domenica, pranzo finale da Danilo.

Questo e' Suillo con Uncio stra-relaxed:
E questo e' il Gruppo:
Poi siamo tornati a Roma, e durante il viaggio Alessandro ci disse che era malato, e doveva sottoporsi ad un intervento complicato. Fu uno shock. Anche se nessuno in quel momento avrebbe mai previsto che sarebbe andata come poi e' andata. Peccato. Avevamo pianificato una bella Bottarga insieme, quando saresti uscito dall'ospedale. Invece niente.




Wednesday, 26 March 2014

La nostra prima vacanza di gruppo. (Scauri, 1980)

Correva l'anno 1980. Alcuni di noi avevano 15 anni, altri 16. Era l'estate del V Ginnasio (o II  Liceo), per me e Uncio un prolungamento delle medie, per altri era stata piu' dura. Non so perche', decidiamo di partire per Scauri, credo per una decina di giorni: io, Suillo, Uncio, Carlo, Matteo e Andrea C.

Forse questa e' la vacanza fondante del nostro gruppetto, a cui poi si sono uniti tanti altri amici carissimi. Con Gianluca, Marco e Nunzio ci vediamo ancora. Gianluca tra l'altro ha assistito Suillo fino alla fine, con Andrea e Carlo. Ma tanti altri sono stati in questo gruppo. Lupente e Laura con cui siamo andati in Marocco. Lorenzo, Aldo e Michele con cui ci siamo visti per anni con un intensita' incredibile (tipo tutte le sere per tre anni, poi un po' meno, poi zero) e con cui abbiamo fatto viaggi memorabili. Daniele. Varallo e Luca, frequentati gli anni di Euritmia. Chiaramente Locci, un fratello. Poi Biancolillo, magico romanista. Sisio e Marco Pelle. E poi Livia e Marilena, con cui ci siamo fatti veramente un pacco di risate. E sicuramente tanti altri.

 Ma veniamo al viaggio a Scauri. Eravamo dei bei tipini:


Sportivi anche:
Dediti alla pesca:
Ma la nostra passione principale erano le discussioni, interminabili, su ogni tipo di argomento. Una classica discussione scaurese era stata "e' possibile andare a Ostia in Ciao?". Ma forse la piu' nota, e' quella che ho descritto su Facebook, la famosa discussione del goal cagato di Scirea.


C'erano gli Europei di calcio, e durante Italia-Inghilterra Scirea sbaglio' un gol solo davanti al portiere. Carlo disse che avrebbe segnato pure lui. E il gruppo si spacco' in due fazioni: gli psicologi situazionisti ("si, ma bisogna considerare la pressione del momento, la velocita' della palla, l'umidita' relativa) e i cinici tecnici (Scirea e una pippa / meglio Baresi, era solo, a un metro, etc).

La discussione duro' due giorni.

Scudetto della Roma, 1983


Non me ne vogliano i nostri amici non romanisti, ma come faccio a non parlare della Roma quando parlo di Alessandro? E' stato lui a portarmi allo stadio con regolarita', usando l'abbonamento di Alfredo, negli anni di Liedolm, del Presidente Viola, di Falcao, Pruzzo, Bruno Conti, Agostino. Io non ero della Roma quando iniziai ad andare allo stadio con i Lucente. Ero sempre stato della Juve, ma per diversi motivi alla fine degli anni 70 la Juve mi era diventata antipatica.  E il vecchio suillone mi fece cambiare squadra, partita dopo partita, portandomi nel cuore del tifo, la curva sud, che esplodeva ad ogni goal. Cosi' nel 1982 ero gia' ufficialmente romanista, e mi sono goduto tutta la galoppata dello scudetto giallorosso dall'inizio alla fine.

Eppure, la partita per me simbolo di quel campionato e' una sconfitta. Anzi, la sconfitta: in casa, contro la Juve, 2 a 1 per loro. Noi eravamo un gruppetto assortito, anche se io mi ricordo bene Alessandro, Uncio (juventino) ed io. La Roma passo' in vantaggio con rete di Falcao: un delirio, voleva dire scudetto. Ma la Juve non molla. Pareggia prima Platini su punizione, e poi, Brio. Vittoria della Juve, campionati riaperto.

E alla fine della partita, il vecchio Suillo incazzatissimo con l'innocente Uncio, che ridacchiava sotto i baffi. Ma poi la Roma vinse a Pisa (Andrea e Alessandro Lucente andarono, quella volta che il treno prese fuoco e si dovettero fare un pezzo a piedi fino a casa), poi ancora vittoria con l'Avellino, e poi vittoria scudetto a Genova, e festa a Roma nell'ultima partita, contro il Torino. Anche questa ce la siamo goduta parecchio. Qui il servizio di 90simo minuto sulla partita: Roma Juventus 1-2

Laurea di Uncio

Io non c'ero, chissa' dov'ero. In Inghilterra?

Viaggio con Interrail Roma-Amsterdam-Cophenagen (con Uncio) (1985?)


Persi a Copenhagen. Viaggetto Natalizio cui mi imbucai all'ultimo istante. Momenti clou: 1) L'ostello galleggiante ad Amsterdam, 2) visita psichedelica al Museo Van Gogh, 3) Christiania, 4) a Copenhagen ritrovo il mio portafoglio prima di capire di essermelo perso, 5) a Copenhagen compro un poster (ancora appeso) con i miei ultimi soldi, 6) i panini di Amsterdam 7) le inarrivabili ragazze di Amsterdam 8) il museo degli ologrammi di Copenhagen.

Olanda 1999 (credo)

Ogni foto e' un post... qui spero che qualcuno dei protagonisti racconti. Andrea e Romana, credo insieme da poco, in visita dal Boccia appena arrivato in Olanda, accompagnato dal caro Suillo, superabbronzato.

Andiamo al Uonna?

Ecco un'altra passione di Alessandro, e non solo: il Uonna Club! Anni credo dal 1986 al 1988. Sulla Via Cassia, lontanissimo, da casa nostra un viaggio. Belle seratone al Uonna, bella musica. Poi mi ricordavo un barista, sempre lui, simpaticissimo, e... guardate che ho trovato ... http://www.uonnaclub.com/index.htm. Il mitico barista, il re dei Campari col Gin, che pare si chiama=i Claudione (per noi era il barista del Uonna).

Saturday, 22 March 2014

Festa di carnevale con incidente (1989)

Credo fosse il carnevale del 1989, ma potrei anche sbagliarmi…
In ogni caso era il nostro periodo universitario, quello in cui si era formata un’allegra brigata che trascorreva molto tempo insieme, tra lezioni, studio, gite e feste. La maggior parte dei suoi elementi studiava economia, ma Suillo ne era entrato a far parte sia perché era già amico di alcuni di noi, sia perché saltuariamente aveva cominciato a frequentare l’acquario.
La festa cui si riferiscono le foto, era una di quelle feste che pur non avendo niente di speciale, per delle strane circostanze diventano poi memorabili, nel senso stretto del termine.


Quella volta erano riusciti a venire tutti, ma proprio tutti; gli acquisti di vettovaglie erano stati molto oculati, la musica selezionata dal “Campioni”, giusta e ben variata, la casa era stata preparata per poter fare casino limitando i rischi di danni, c’erano tantissime donne, cosa non usuale a quel tempo. Tutti, ma proprio tutti, si erano mascherati e quei pochi che non lo avevano fatto, erano tornati di corsa a casa a cercarsi qualcosa per inventare una parvenza di maschera. Suillo era ricorso ad una maschera minimalista che consisteva in una stella da sceriffo appesa su una delle sue camicie a quadrettoni.


C’era tanta allegria nell’aria, tante coppie formate da poco e tanti altri interessati a formare nuove coppie, ma tutti comunque desiderosi di divertirsi senza oltrepassare in modo drammatico i limiti.
All’inizio della festa un primo piccolo dramma: il mio amico che chiamerò “asso di picche”, per rispettare la sua privacy ed in onore della sua maschera di quella sera, informò me e Suillo che la sua ragazza tedesca, presente alla festa, lo aveva appena lasciato. Il motivo del repentino abbandono, che ad “asso di picche” peraltro, in quel momento, sembrava completamente ingiustificato, era che lei lo era andato a salutare e lui non l’aveva riconosciuta.
In effetti, ed “asso di picche” non me ne voglia, la ragazza si era semplicemente disegnata dei minuscoli baffetti sul volto paffutello ed era completamente vestita di nero con tanto di mantello e cappello, quindi essendo riconoscibilissima aveva , secondo me, ragione a lamentarsi.
Asso di Picche era indeciso se essere triste o allegro, e cercava di convincersi che le cose stessero andando comunque per il meglio…
Suillo e il sottoscritto hanno quindi intavolato, tra un ballo e una birra, una lunga discussione con asso di picche, per rincuorarlo e per assecondarne le mutevoli opinioni, riguardo alla sua relazione bruscamente terminata.


Suillo era un maestro a portare avanti discorsi filosofeggianti e non si perdeva d’animo anche quando l’interlocutore diventava poco razionale per la stanchezza e/o per qualche bicchiere di troppo, cosa che quella sera stava succedendo con "asso di picche" e non solo.
Ci ritrovammo infine a continuare la nostra conversazione nella cucina, dove qualcuno nel frattempo aveva fatto cadere dei liquidi sul pavimento rendendolo quindi molto scivoloso.
Asso di picche, cominciò a scivolare volontariamente sul pavimento, e ogni volta erano grandi risate di tutti, forse, tranne che di Suillo, che vedeva interrotto in continuazione il filo del suo ragionamento.

E una, e due e tre volte, alla fine, anche con un mio inopportuno “aiutino”, asso di picche cadendo , sbatte’ violentemente la testa sullo spigolo del tavolo e si procuro’ un bel taglio sulla nuca. All’improvviso, come nella pubblicita’ di qualche amaro, dovevamo concretamente aiutare il nostro amico in pericolo.
Suillo si diede un gran da fare nel trovare qualcuno disposto ad accompagnare in macchina asso di picche al pronto soccorso e alla fine riusci’ a trovare le chiavi di una fiat panda, quindi fummo costretti nostro malgrado, sia per l’elevato tasso alcolemico sia per la stanchezza, a guidare la panda con asso di picche sanguinante, seduto sul sedile posteriore, che cominciava in qualche modo a comprendere la gravita’ della situazione.
Sara’ stato intorno a mezzanotte, forse un po’ piu’ tardi, quando arrivammo al Santo Eugenio. Tutti e tre mascherati, in una notte fredda ed umida in maschere estive, alticci e sudaticci, entrammo al pronto soccorso, dove “asso di picche” fu prontamente preso in custodia da due infermiere bellocce ma un po’ avanti con l’eta’. Ricordo come se fosse ieri l’ultimo sorriso di “asso di picche” che si allontanava giu’ per il corridoio, accompagnato dalle due infermiere, con il suo misto di ebbrezza, eccitazione e fifa.
Io e suillo siamo rimasti per un po’ nel corridoio e poi siamo andati fuori della porta d’ingresso a continuare le nostre discussioni, a questo punto incentrate sul destino di “asso di Picche”, e a sangare, fino a che la nostra attenzione non e’ stata colpita dal sensore automatico per l’apertura della porta d’ingresso.
Da quel preciso momento, tutto e’ diventato secondario, compreso il destino di “asso di picche” e abbiamo iniziato a intercettare il raggio infrarosso in tutti i modi possibili: con improbabili colpi di tacco, allungando la mano dietro la schiena, rotolando per terra, facendo finta di essere passati li’ per caso….
Ridevamo e ci compiacevamo delle nostre reciproche abilita’ e fantasia nell’inventare sempre nuovi modi per far aprire la porta…
Non saprei dire quanto tempo abbiamo passato a far scattare quel meccanismo, ma ad un certo punto,  il poliziotto che stava nella guardiola a fianco dell’ingresso, che per la cronaca noi non avevamo assolutamente notato, pur essendo ben in vista, e’ uscito, e’ venuto da noi e ci ha intimato, con modi autoritari, di smettere.
Suillo, con i suoi modi educati, ma in fondo sempre desideroso di confronto, ha cercato di intavolare una impari discussione con il poliziotto, sul perche’ fosse giusto continuare a lasciarci fare fino a quando il poliziotto ha minacciato maggiori conseguenze.
Fortunatamente, proprio in quel momento “asso di Picche” e’ riapparso nel corridoio con una vistosa fasciatura alla testa e abbiamo colto l’occasione per tornarcene, lemmi lemmi, alla festa, che nel frattempo era stata interrotta dalla polizia, chiamata da qualche vicino, per gli schiamazzi.